Avv. Bruno Segre (4 settembre 1918 – 27 gennaio 2024) Dalla reclusione alla libertà di un testimone della storia

Me le ricordo bene quelle scale di Via della Consolata al n° 11 al II° piano, quando andavo a trovarlo. E lui sempre mi raccontava cose, storie, aneddoti. A maggio del 2020 scrissi anche un bellissimo articolo su di lui sul mensile che dirigevo: VIVO

Oggi se ne è andato. Se n’è andato il promotore di una Legge sul Divorzio, concretata poi nella Legge Fortuna-Baslini, il fondatore nel 1949 del periodico politico culturale indipendente L’incontro ispirato a un socialismo libertario, il sostenitore del laicismo attraverso l’Associazione Nazionale del Libero Pensiero Giordano Bruno. Dopo 70 anni di ininterrotta pubblicazione sostituito dal formato cartaceo nella edizione on-line dalla società editrice l’Incontro, mi dice qualche tempo fa che la Liberazione è stato un momento di grand felicità e la fine della Dittatura. “Tutti erano fuori per strada”.

Oggi c’è un certo parallelismo. Dalla reclusione alla libertà. Anche se il parallelismo non è proprio adatto si può in ogni caso farlo considerando la caduta dei tempi e lo svuotamento della società in cui siamo immersi mi diceva.

Nato a Torino nel 1918 Bruno è stato Presidente del Comitato di coordinamento delle associazioni della resistenza a Torino. Erano e sono 5 le associazioni coinvolte che rappresentano altrettante esperienze storiche, tutte con sede al Polo del Novecento a Torino. ANPIA (associazione nazionale perseguitati politici antifascisti che fu fondata nel 1954 da Terracini e Pertini, rappresenta gli antifascisti dal 1922 fino al 25 luglio 1943 alla caduta del fascismo, la ANPI (associazione Partigiani d’Italia), FVL(federazione italiani volontari della libertà), la FIAP (Federazione italiana associazioni partigiane), l’ANED (associazione nazionale ex deportati), ANRT (associazione nazionale combattenti e reduci).

Ricordo quel giorno in cui mi disse: “Il primo ricordo della mia vita se chiudo gli occhi è di un uomo con la pertica che accende e spegne la luce a gas. Poi nel 1924 ricorda il caso Matteotti: a Porta nuova distribuivano le foto cartoline per ricordare il martire. Nel 1926 ricordo che in piazza Solferino all’angolo con via Bertolotti, dove aveva sede la Stampa, c’era un bivacco di carabinieri e un muro nero accanto, dipinto dai fascisti.

Quello che disse sempre e che ha capito della vita è che ha sempre avuto sete di sapere e di non mollare mai. Conoscere, conoscere, conoscere. Credo che la cultura e il sapere siano cose importanti. La scuola avrebbe dovuto secondo lui, intensificare l’insegnamento della Costituzione italiana con il massaggio, ad esempio, di Piero Calamandrei e il ricordo di tutti quelli che sono morti per dare la libertà. Quando mi chiedono cosa sia la libertà io rispondo:

Dobbiamo combatter contro gli analfabeti della Democrazia.

Ci sarebbero tante cose ancora da raccontare, ma l’unica cosa che ci sentiamo di dire oggi è: ciao BRUNO!

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