“Forza Italia e il Modello Sociale Europeo” – Un esempio da Margaret Thatcher e la Reaganomics

Uno dei valori del nostro partito, è quello di credere nella validità del modello europeo che affonda le sue radici nei valori liberali e cristiani e che si basa sui principi di efficienza economica, di concorrenza e di responsabilità personale, inscindibili dal dovere della solidarietà e della protezione sociale. Questi principi sono ancor più validi alla luce delle rapide trasformazioni sociali e culturali sempre più veloci che stanno avvolgendo il pianeta Terra. La sfida di Forza Italia è quella di fondere le nuove dinamiche di mercato con il dinamismo economico e il rispetto della persona. Noi vogliamo che siano tutti felici, inteso come godimento di un livello di vita adeguato. Non vogliamo una società divisa tra ricchi e poveri o tra forti e deboli. 

L’esempio che mi sento di presentare per farvi capire meglio di cosa sto parlando, è quello di Margaret Thatcher. Margaret Thatcher, e sintetizzo il nome per mettere meglio a fuoco la sua figura – ma schematizzo anche la quantità di cose che ha fatto soffermandomi solo su uno dei grandi aspetti che ci interessa conoscere – è stata una politica britannica vissuta tra il 1925 e il 2013.  Fu la prima donna a diventare Primo Ministro del Regno Unito dal 1979 al 1990 e fu la prima donna ad aver coperto tale incarico. Lady di Ferro come meglio era conosciuta per il suo carattere deciso, la ricordiamo per aver messo in atto una serie di iniziative politiche ed economiche per ridurre l’elevata disoccupazione della Gran Bretagna conseguenza di una recessione per uno scontento popolare molto accentuato.

Nell’ambito delle politiche economiche riconducibili alla reaganomics, la leader conservatrice attuò una decisa deregolazione del settore finanziario e del mercato del lavoro (reso sempre più flessibile), privatizzò le aziende statali e ridusse l’influenza dei sindacati. La Reaganomics – termine che è in sostanza la fusione fra “Reagan” e “Economics” (scienza economica) – si intendeva l’insieme delle politiche economiche adottate negli Stati Uniti durante il periodo Regan tra il 1981 e il 1989. Per concludere la Thatcher grazie ad una più bassa imposta fiscale la produzione aumentò e anche l’occupazione. Qualcuno in Italia ci provò a privatizzare le aziende statali ma ha fatto una brutta fine e il problema non si è risolto.

Quando uno Stato ha un debito insostenibile e la disoccupazione avanza cosa si deve fare?

Innanzitutto la pressione fiscale va ridotta come abbiamo detto. Ma come si fa se non si produce? Ridurre l’imposizione fiscale ha sempre effetti positivi sulla crescita economica. Cioè, se il cittadino ha più soldi, spende di più. La teoria di Arthur Laffer spiega bene questo concetto.

Ma se un imprenditore ha una eccessiva imposizione fiscale come fa a pagare i dipendenti e le spese per stare in piedi? Non può investire, i dipendenti non hanno incentivi per rimanere in azienda e forse questo imprenditore chiude o va ad aprire la sua azienda con sede in un altro Stato. Per non parlare di quelli che poi evadono il fisco! È facile da comprendere.

Ma allora perché non si risolve il problema? Se il lavoro è l’unico perno su cui ruota il mercato economico perché il problema non si risolve? Le tasse devono essere pagate da tutti e in maniera equa. Ma bisogna soprattutto pensare a chi dà lavoro. Quindi l’imprenditore non deve avere troppe spese, mea quelle giuste per fare stare in piedi la sua azienda, che sia individuale o più grande. Come fa a decollare il mondo del lavoro e della vita se un ragazzo/a non ha uno stipendio adeguato e regolare? Deve fare i salti mortali, quando ci riesce. Qualcosa non torna, non credete?

Facendo un parallelismo tra la Gran Bretagna e l’Italia, voglio ricordare che il problema delle tasse da noi è arrivato a più del 60%, cifra insostenibile per ogni azienda che può chiamare tale e che va analizzato dando uno sguardo ai seguenti punti anche per trovare una soluzione per far si che molti non evadano le tasse o che vadano ad aprire la loro sede legale all’estero dove le tasse sono più eque e quindi compatibili anche con la qualità della vita. E cosi se non si lavora, non si produce e il debito pubblico aumenta siamo arrivati ad avere circa 3000 miliardi di debito. Ma vedremo di capire cosa è il debito nei prossimi giorni, con un nuovo approfondimento.

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