Il comparto dei semiconduttori e della microelettronica

Per lo sviluppo economico della nostra regione avremmo potuto scegliere diverse strade. Abbiamo deciso di percorrere quella più adeguata, l’ascolto e la condivisione. L’obiettivo centrale è stato quello di definire una efficace politica industriale passando attraverso una parola chiave: differenziazione.

Eravamo e siamo consapevoli del vigore competitivo del mix produttivo del Piemonte. “Dalla terra al cielo” come a me piace identificare la robustezza e la vitalità del nostro tessuto economico. Dal settore estrattivo passando per la manifattura di eccellenza e arrivando al comparto aerospaziale. Con questa solidità e con questa ricchezza di imprese non abbiamo mai avuto dubbi sul successo dell’economia sabauda.

Scelte chiare e strategiche

Certamente, però, rispetto al passato, abbiamo impostato una strategia di politica economica chiara, grazie all’aiuto che in questi anni ci hanno fornito i corpi intermedi, gli imprenditori e tutto il sistema universitario: automotive come pilastro, ma non più unico motore di crescita e occupazione. Abbiamo quindi diversificato il nostro impegno incentrando la nostra attività su due ulteriori settori strategici, sufficientemente forti per sopperire alle difficoltà dell’auto alle prese con la transizione ecologica: l’aerospazio e i semiconduttori-microelettronica. Al tempo stesso non abbiamo mai trascurato la spina dorsale del tessuto produttivo ovvero le micro, piccole e medie imprese piemontesi, anche artigiane.

Se l’aerospazio rappresenta una certezza, grazie alla presenza sul nostro territorio di 5 tra le più grandi imprese mondiali e di una filiera completa e competitiva (negli ultimi due anni si sono registrate 15.000 nuove assunzioni), il comparto dei semiconduttori-microelettronica vogliamo diventi il terzo pilastro su cui basare lo sviluppo della nostra economia nei prossimi anni.

La sfida europea e piemontese a Cina e Stati Uniti

L’Europa non vuole rimanere stritolata tra i due giganti rappresentati da Cina e Stati Uniti e, con il Chips Act, vuole recuperare quote di mercato (dal 10% attuale al 20%) e vuole rendersi indipendente. Il Piemonte ha subito colto la sfida epocale tant’è che oggi occupa, attraverso il sottoscritto, il ruolo di vicepresidente dell’alleanza europea sui semiconduttori e nel 2025 ne assumerà la presidenza.

Non trascuriamo alcun particolare perché il nostro obiettivo è sostanziale e strategico: rafforzare il settore ed attrarre nuove imprese; l’industria dei microchip gioca infatti un ruolo determinante in tutti i segmenti, dall’automotive all’elettronica, dalla difesa alla robotica, dall’aerospazio a tutte le applicazioni industriali. Straordinaria inoltre la crescita del 7% a livello mondiale in pochi anni, con una previsione pari a un trilione di dollari di ricavi nel 2030 (dati della Commission Staff Working Document 2022 – Europa).

L’opportunità dell’alleanza europea

Il ruolo del Piemonte nell’Alleanza europea ha permesso di dare voce anche alle nostre esigenze. La stesura del documento finale consente di fare fronte
comune, in particolare con i tedeschi, e di puntare ad ottenere le condizioni più favorevoli e concorrenziali per le regioni europee. Vogliamo garantire maggiore
flessibilità e rapidità nell’esame e nella concessione degli aiuti statali per gli impianti di produzione di semiconduttori, dei materiali di macchinari di produzione, oltre a favorire la formazione e l’espansione della ricerca, della progettazione, dello sviluppo e della promozione della rete degli istituti di ricerca.

La nostra terra attrae, in quanto ha un competitivo ecosistema, in cui spiccano tre grandi multinazionali leader (Spea, Global Wafers Memc, Vishay) e decine
di piccole e medie imprese che crescono insieme a loro, ed ha ricchezze naturali imprescindibili per chi vuole investire: acqua in quantità adeguata e bassa pericolosità sismica. Il futuro del settore è così impattante che abbiamo deciso di metterlo al centro della discussione nella Cabina Economica del Nord-ovest (Piemonte, Lombardia e Liguria) convocata a Torino lo scorso sette febbraio.

Dobbiamo essere rapidi e concreti perché il comparto dei semiconduttori-microelettronica è altamente competitivo. L’evoluzione tecnologica richiede, infatti, flessibilità e investimenti continui ed una azione di filiera coordinata. Ha inoltre necessità di formazione continua per creare competenze. Rafforzare un ecosistema interregionale per definire nuovi strumenti di supporto, e mettere a fattor
comune gli strumenti dei fondi strutturali è una delle partite su cui si gioca il futuro.

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